Nacional e Peñarol sono fra le massime protagoniste della storia della Copa Libertadores, manifestazione che in particolare nei primi anni dominarono.
Il Peñarol con 5 coppe e il Nacional con 3 figurano rispettivamente al 3° e 5° posto nella graduatoria dei club campioni continentali. Il Carbonero risulta inoltre 1° in quanto a finali disputate, 10 come il Boca Juniors, essendo il Bolso 5° con 3. In quanto rappresentanti del proprio paese, poi, assieme si piazzano terze con 8 successi dietro solo ad Argentina e Brasile, ma essendo le uniche uruguaiane ad aver conquistato il trofeo ottengono la media di 4 contro quella di 2,8 delle argentine (con 8 club campioni) e appena 1,7 del Brasile (con 10).
Gli ultimi successi risalgono al biennio 1987-88, quando fu campione prima il Peñarol e subito dopo il Nacional. Seguirono quindi solo la semifinale dell’Albo nel 2009 e la finale persa dai gialloneri nel 2011, con l’eccezione uruguaiana dell’altra semifinale raggiunta dal Danubio nel 1989. Considerando allora che negli anni Ottanta erano arrivati appena due altri trionfi, uno a testa, appare chiaro che la loro epoca migliore nella massima competizione sudamericana fu la prima. E si trattò di un’autentica età dell’oro.
Il Peñarol fu il primo campione sudamericano, nel ’60, bissando il successo la stagione seguente e arrivando in finale quella dopo ancora. Giallonero fu anche il primo gol della coppa, segnato da Borges nel 7-1 interno sul Jorge Wilstermann. Il primo trionfo del Nacional risale invece al ’71, quando i rivali avevano già vinto 3 volte, ma dopo essere arrivato secondo già in 3 occasioni con quella del ’64 su cui si è di recente allungata l’ombra della possibile corruzione dei guardalinee da parte dell’Independiente, e con ciò si chiuse questo fantastico periodo.
Fantastici, infatti, devono essere per forza considerati i loro primi 12 anni di Libertadores. Considerate la vere potenze continentali al pari solo del Santos di Pelé, e a differenza di Independiente e Racing che non ebbero più che un paio di stagioni notevoli prima che apparisse l’Estudiantes, Nacional e Peñarol trovano nei numeri la conferma alla loro grandezza.
Dal 1960 al ’71 sollevarono 4 coppe vale a dire un terzo del totale. Giocarono 10 finali e raggiunsero (anche o almeno) altre 4 semifinali, non essendoci stata stagione in cui almeno una delle due non sia stata fra le migliori quattro del Sud America.
A questa serie ne seguì una di segno assolutamente opposto. Nei successivi 8 anni infatti raggiunsero solo 2 semifinali, una a testa, anche se il riscatto era dietro l’angolo con 2 nuovi successi, sempre uno a testa, 1 finale persa e altre 3 semifinali in un lustro – ricordandosi il doppio successo Manya nei clásicos del 1983 che valsero l’accesso all’atto conclusivo.
I numeri generali ricordati in apertura, distribuiti su più di mezzo secolo di Libertadores, fanno di Peñarol e Nacional due giganti continentali a prescindere dai periodi alterni che hanno vissuto. Certo è, però, che l’impatto che ebbero nel primo quarto di storia della coppa resta unico.