Lo scudo del Peñarol

L’attuale scudo del Peñarol è probabilmente il più emblematico fra tutti quelli che esistono.

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Come ricorda il sito partidario Campeón Del Siglo, in origine non era prevista la presenza di uno scudo sulle maglie come invece succede oggi. Questo tutt’al più era cucito sulla casacca del portiere e in particolare il primo mai comparso su una del Peñarol, già agli albori, rappresentava l’acronimo CURCC ricamato su un taschino all’altezza del petto sul lato destro.

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Abbandonata questa prima versione, durante i primi decenni si adottò quindi un emblema con quattro strisce verticali gialle su fondo nero, più o meno secondo lo stesso modello utilizzato ancora oggi anche se con una sola stella, e lo si portava solamente in prima squadra.

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La prima volta quindi che comparve lo scudo con le caratteristiche di quello attuale, divenuto tradizionale, fu nel 1936. La maglia, quella del portiere Enrique Ballestero. L’emblema comprendeva sempre le ormai classiche strisce verticali giallonere, ma fecero la loro comparsa le famose undici stelle rappresentanti i giocatori che scendono in campo per difendere i colori, in questa prima versione con una centrale circondata da altre dieci. E sono proprio le stelle, chiaramente svincolate da qualsiasi nome quindi calciatore in particolare, a costituire l’elemento unico nel suo genere della rappresentazione dell’identità carbonera, con l’evidente indicazione che il club è più importante di tutto perché viene prima di chiunque.

Fu probabilmente proprio la consapevolezza dell’importanza innanzitutto del club ma anche l’intenzione di affermare l’unità in cui confluivano le varie forze che lo costituiscono che portò, negli anni Quaranta, a sostituire le undici stelle con una sola più grande come a metà dei Venti. Questo disegno, con lo scudo portato indifferentemente al centro del petto piuttosto che in corrispondenza del cuore, durò fino a inizio anni Sessanta arrivando a coincidere quindi coi primi numerosi successi internazionali.

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Nel ’67, quindi, contemporaneamente allo snellimento dello scudo e mantenendosi comunque le strisce giallonere, la stella si fece più piccola per lasciare spazio alla scritta Peñarol. Una variante rispetto allo stesso disegno con la scritta però fuori dallo scudo, in alto.

Un’eccezione è costituita dal modello di metà anni Settanta: privo delle stelle, sopra la trama giallonera figurava solo il nome del club. Non comparve comunque mai sulle maglie, essendo invece presente su documenti ufficiali.

La prima volta in cui lo scudo adornò le casacche di tutti i giocatori fu in occasione della finale unica dell’Intercontinentale ’87 quando venne però utilizzata un’uniforme alternativa. Stessa cosa accadde anche due anni più tardi, con un’unica leggera variazione rispetto alla forma, ma la cosa veramente importante è che in entrambi i casi erano tornate le undici stelle.

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E’ invece nel ’96 che lo scudo iniziò a campeggiare sulla prima maglia e per l’occasione alle stelle (disposte stavolta su due sole righe, incastrandosi in segno evidente di compattezza e unità dei calciatori) si aggiunse la scritta Peñarol. Col nuovo millennio quindi si arrivò all’ultima versione se non altro in quanto agli elementi, che si ridussero alle strisce secondo identica disposizione e alle stelle. La forma dell’emblema invece cambiò ancora un paio di volte passando da una sinuosa a quella attuale – con quest’ultimo design che a sua volta ne riprende uno anteriore destinato però solo all’abbigliamento da ritiro.

About andreaciprandi

Mi chiamo Andrea A. Ciprandi e sono italiano. Nel corso degli anni ho seguito sia il calcio inglese che quello sudamericano, mentre ultimamente mi sto dedicando in particolare a quello argentino promuovendo iniziative divulgative a riguardo. Faccio parte del Departamento de Relaciones Internacionales del Racing Club di Avellaneda. Fra le collaborazioni più recenti, quella con il Club Atlético Boca Juniors e i Revisionistas Históricos del Fútbol Argentino, gruppo di ricercatori che si dedica fra l'altro alla corretta compilazione delle statistiche del calcio locale a partire da quelle dipendenti dall'equiparazione dei titoli del dilettantismo a quelli del professionismo (riconosciuta dall'AFA ma per lungo tempo negata dalla gran parte dei mezzi d'informazione e di conseguenza anche degli appassionati). In passato ho ideato, inaugurato e curato per alcuni anni il blog italiano di Riverplate.com, sito argentino fra i più popolari del Sud America. Sono titolare di RACINGCLUBITALIA.WORDPRESS.COM e CARBOLSO.WORDPRESS.COM, i primi siti interamente in italiano dedicati rispettivamente al Racing Club di Avellaneda e alla storia di Nacional e Peñarol, di PILLOLEARGENTINE.WORDPRESS.COM che invece fra il 2013 e il 2017 ha offerto notizie in breve e approfondimenti storici sul calcio argentino, e di ANDREACIPRANDI.WORDPRESS.COM in cui invece fino al 2016 ho raccolto tutti i miei articoli con la sola eccezione di quelli di Pillole Argentine, Racing Italia e Carbolso per cui prevedevo una semplice selezione. Calciostruzzo e Calciotradotto (da cui Calciomercato.com ha attinto alcuni articoli) sono stati invece i miei primi spazi personali online. Ho scritto inoltre su Gianlucarossi.it occupandomi prevalentemente di calcio internazionale e FC Inter News per le notizie dall'Argentina. Sempre in passato ho scritto anche per Toro News, Vavel.com di Madrid, Canal Fluminense e Comunità Italiana di Rio de Janeiro, World Striker di New York, la free-press San Siro Calcio, Sportmain.it, Magic Football, Calcioargentino.com e Giornalismo2012. Infine ho commentato il calcio estero per Radio Sportiva e saltuariamente intervengo su Telelombardia/Antenna3 per parlare di quello argentino. Se desiderate contattarmi, fatelo scrivendomi ad andrea.ciprandi@gmail.com o su Twitter @andreaciprandi. Vi risponderò con piacere.
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